Il quaderno delle ricette della mia prozia
Tra le fotografie e le carte della mia prozia trovammo anche il suo quaderno delle ricette. Il classico quaderno nero degli anni Cinquanta, a righe e con i bordi delle pagine inchiostrati di rosso. Le pagine sono ingiallite, vergate con un pennino finissimo e una calligrafia veloce e impeccabile. Un ritrovamento prezioso, perché la mia prozia, nata nel 1908, era una bravissima cuoca.
Si chiamava Maria, ma era chiamata Mariù in famiglia e, dai più piccoli, me compresa, Magnù. Non si era mai sposata, né lavorava, amministrava qualche bene di famiglia. Viveva in economia, ma poteva concedersi dei viaggi – era stata in crociera al Polo Nord! – e aveva imparato l’inglese facendo la ragazza alla pari. Quando ero piccola mi insegnava qualche parola di inglese e buoni principi di economia domestica. Le volevo moltissimo bene, perché era una donna molto affettuosa e spiritosa, vivace e con un certo spirito di avventura, nonostante fosse già anziana quando l’ho conosciuta io. E poi cucinava torte deliziose, tagliatelle al ragù, tortellini, sapeva fare un nocino profumatissimo e un liquore al cioccolato che ancora mi ricordo. Era di Modena e nelle sue pietanze non mancava mai il burro.
Condivido qui la sua ricetta per il ragù:
Battuto di cipolla, sedano, carota e burro. Carne tritata, sale e un po’ di pepe. Quand’è asciutto ci si mette il pomodoro e man mano del brodo. Un po’ prima di toglierlo, vi si mette del latte e un po’ di burro. Noce moscata.
Una bella idea per chi ha la fortuna di avere un quaderno di ricette di famiglia e desidera condividere le tradizioni culinarie di casa è scansionare le pagine per farne una stampa anastatica da distribuire in più copie. Oppure si può realizzare un libro di ricette trascrivendole e impaginandole con lo stile grafico che si preferisce.